Lo spreco alimentare nel mondo

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SABATO 29 SETTEMBRE 2012

Dati recenti delle associazioni agricole e del Mipaaf ci dicono che il settore agroalimentare italiano raggiunge un valore economico di 250 miliardi di euro cioè circa  il 15% del PIL (Prodotto Interno Lordo).  Tuttavia, nonostante l’importanza economica e sociale che l’industria del cibo ha in Italia e naturalmente in Europa e nel mondo non si parla molto degli sprechi alimentari associati alla produzione e al mercato agroalimentare. Infatti, per soddisfare le esigenze della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che richiede prodotti curati nell’aspetto e nell’immagine delle confezioni, molto spesso prodotti sicuramente genuini vengono lasciati sul campo non raccolti oppure sprecati a causa di piccole imperfezioni sul prodotto o  sulla confezione, non rispondenti ai criteri estetici richiesti dal mercato.

Un ulteriore informazione che non può essere più  sottovalutata dai consumatori si riferisce alle forti disparità  socio-economiche e alle differenze di disponibilità di beni  alimentari tra i Paesi industrializzati (numerosi Paesi in  Europa, Stati Uniti e Canada) e quelli in via di sviluppo (soprattutto in Africa e Asia). La FAO ci dice che la  disponibilità alimentare pro-capite per i Paesi del nord del  mondo arriva a 900 kg/anno, con uno spreco medio di non    meno di 100 kg/anno/persona, mentre per i Paesi del sud del mondo, la disponibilità raggiunge i 400 kg/anno pro-capite, con uno spreco di circa 10 kg/anno/persona.

La FAO ci dice inoltre che, dei 5 miliardi di tonnellate di beni alimentari prodotti annualmente, di cui circa due miliardi e  mezzo di tonnellate tra frutta e verdura, lo spreco di cibo tra la  GDO, i produttori e i consumatori, arriva a 1,3 miliardi di  tonnellate, ovvero circa un terzo del totale di cibo, senza  contare l’energia e l’acqua che si è utilizzata per la produzione del cibo (almeno un chilo di gasolio per un chilo di pomodoro  in serra e tra 10.000 e 15.000 litri d’acqua per un chilo di carne).Questi numeri ci dicono che è necessario un  comportamento, soprattutto da parte dai cittadini dei Paesi più ricchi, più rispettoso verso le risorse naturali, il cibo e le persone.

Il 2014 per l’Unione Europea sarà dedicato alla campagna “contro lo spreco alimentare”. Infatti non possiamo trascurare che, almeno un miliardo di persone nel mondo, hanno gravi problemi di alimentazione. Soltanto un cambiamento forte dei nostri comportamenti è in grado di rimodellare un mondo basato sulla sostenibilità sociale, ambientale, economica ed energetica.

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