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GIOVEDì 21 LUGLIO 2016
L’agricoltura rappresenta oggi la prima causa di deforestazione nelle aree tropicali e subtropicali del nostro pianeta e risulta ormai imprescindibile la transizione verso sistemi agricoli più sostenibili, meno impattanti, in accordo anche con gli obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e con le misure prese nella Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP 21). Questo è quanto emerge dal rapporto “State of the World’s Forests 2016” (SOFO) della FAO (Organizzazione della Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) presentato lo scorso 18 luglio in occasione della 23esima sessione della Commissione FAO sulle foreste.
Secondo il rapporto l’agricoltura è oggi responsabile del 73% della deforestazione nelle aree tropicali e subtropicali del nostro pianeta, per il 40% da agricoltura commerciale e per il 33% da agricoltura di sussistenza. Il restante 27% è dovuto in primis alla crescita urbana che rappresenta il 20% della deforestazione totale mentre l’industria mineraria contribuisce per il 7%. In particolare, sottolinea la FAO, tra il 2000 e il 2010 abbiamo perduto circa sette milioni di ettari di foreste ogni anno nei paesi tropicali sostituite da terreni per uso agricolo che sono aumentati di sei milioni di ettari.
La FAO ricorda il ruolo fondamentale che le foreste svolgono nello sviluppo agricolo sostenibile dei paesi attraverso il ciclo dell’acqua, la conservazione del suolo, il sequestro del carbonio, il controllo dei parassiti, influenzando il clima locale e proteggendo gli habitat di molti organismi tra i quali gli insetti impollinatori, fondamentali per la vita degli ecosistemi. Inoltre, aggiunge la FAO, oltre ai loro contributi ecologici vitali, le foreste rappresentano, per la maggior parte delle volte, il principale mezzo di sussistenza per le popolazioni locali che vivono nella regioni tropicali e subtropicali e spesso contribuiscono alla riduzione della povertà attraverso il reddito generato dalla produzione di beni forestali e servizi ambientali. Circa 2,4 miliardi di persone nel mondo, riporta la FAO, fanno ancora affidamento sul legno come unico combustibile per riscaldare e cucinare.
La FAO afferma che la sicurezza alimentare per tutti può essere raggiunta anche con una produzione agricola più sostenibile e meno impattante, piuttosto che attraverso un espansione delle aree agricole spesso sconsiderata che va a scapito delle foreste. Bisogna puntare su un miglior coordinamento intersettoriale delle politiche in materia di agricoltura, silvicoltura e alimentazione, afferma la FAO, promuovendo misure che favoriscano una migliore pianificazione dell’uso del suolo, coinvolgendo maggiormente le comunità locali e integrando i piccoli produttori nella catena di produzione agricola.
Dal rapporto SOFO emerge che, dal 1990, oltre venti paesi sono riusciti a migliorare i livelli nazionali in materia di sicurezza alimentare, e allo stesso tempo, mantenere o addirittura aumentare la copertura forestale a dimostrazione che non è necessario tagliare le foreste per produrre più cibo. Dodici di questi paesi hanno aumentato la copertura forestale di oltre il 10% su scala nazionale negli ultimi venticinque anni. Tra questi figurano l’Algeria, il Cile, la Cina, la Repubblica Dominicana, il Gambia, l’Iran, il Marocco, la Tailandia, la Tunisia, la Turchia, l’Uruguay e il Vietnam.